mercoledì 26 settembre 2007

Solidarietà al PM De Magistris: firma anche tu la petizione per fermare l'On. Demente Pastella

"De Magistris è titolare di alcune inchieste che hanno toccato, trasversalmente, diversi esponenti politici regionali e nazionali. L’ultima in ordine di tempo, denominata "Why not", su un presunto comitato che avrebbe gestito ingenti fondi pubblici, europei e nazionali, destinati alla Calabria, ha fatto registrare l’iscrizione nel registro degli indagati di numerosi politici ed anche, senza mai alcuna conferma ufficiale, del Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Lo stesso De Magistris era titolare dell’inchiesta "Poseidone", relativa alla gestione di fondi per la depurazione e l'ambiente. L’inchiesta gli venne revocata dal procuratore capo Lombardi, dopo che lo stesso de Magistris aveva inviato un avviso di garanzia al senatore Giancarlo Pittelli, coordinatore in Calabria di Forza Italia. Lombardi motivò la scelta di revocare l’inchiestra a de Magistris sostenendo che non era stato informato degli sviluppi. De Magistris è poi titolare dell’inchiesta sulle cosiddette "toghe lucane", e cioè della presunta esistenza di un comitato tra affari e politica, con il coinvolgimento di alcuni magistrati, in Basilicata."

per firmare la petizione on-line: http://www.petitiononline.com/2468a/petition.html

martedì 25 settembre 2007

CON UN CONVINTO NO AL 20 OTTOBRE LI MANDEREMO TUTI A CASA

Il 20 Ottobre i partiti della cosiddetta “Sinistra radicale” hanno indetto una manifestazione con il solo scopo di presentarsi alla propria base con una veste accettabile e continuare così ad ingannare i lavoratori.

Hanno proprio la faccia tosta!

Non è bastata evidentemente la lezione del 9 Giugno, quando al loro presidio non erano presenti nemmeno i rispettivi apparati, mentre nella piazza che manifestava coerentemente contro tutte le politiche di guerra vi erano più di centomila tra lavoratori, studenti, pensionati (il popolo della sinistra!) in opposizione ad un governo che confermava, di fatto, la politica di guerra del governo Berlusconi, con l’approvazione della missione militare in Libano, il rifinanziamento della guerra in Afghanistan e l’avallo alla costruzione della più grande base militare USA a Vicenza.

Anche questa volta bisogna lasciarli soli!
Non possiamo aderire a questa farsa!

Non possiamo manifestare al fianco di questi ipocriti, che prima hanno sottoscritto e sostenuto l’accordo, visto che essi sono il governo, e adesso vogliono farci credere che l’ennesima truffa perpetrata ai danni dei lavoratori, con la complicità delle organizzazioni sindacali collaborazioniste, possa essere modificata e resa quindi accettabile.
Ancora una volta il 23 luglio, una data che dal ’92-’93 sembra diventare un incubo, i lavoratori hanno subito l’ennesimo furto, e in quella data nessuno dei promotori del 20 ottobre ha parlato di sciopero, di lotta, né tantomeno ha messo in discussione il governo Prodi.

Mentono pur sapendo di mentire!

Il vero scopo della manifestazione del 20 ottobre è quello di dimostrare di avere un peso nel paese, e ancora una volta quel peso sarà usato in soccorso ad un governo di banchieri e affaristi, che in barba alle promesse elettorali di abrogazione dello scalone “Maroni”, si presenta oggi con un accordo vergognoso, come è quello dal 23 Luglio.
Esso infatti prevede:
· L’innalzamento dell’età pensionabile a 62 anni con la farsa dei lavori usuranti e l’esclusione di una quota minima di lavoratori destinata anch’essa a scomparire;
· Il peggioramento dei coefficienti della riforma Dini, che saranno rivisti al ribasso ogni tre anni, con una sorta di scala mobile al contrario;
· L’aumento dei contributi previdenziali
· La conferma della legge 30 e dei contratti a termine che potranno durare anche oltre 36 mesi!

Tutto questo dopo aver già scippato ai lavoratori il TFR…

Ma oggi abbiamo un’occasione irripetibile: possiamo mandare a casa questi carrieristi della politica, falsi ed ipocriti, che continuano a chiamarsi comunisti e di sinistra.

Se il 20 ottobre, infatti, si ritrovassero ancora una volta soli, se ancora conservano un po’ di dignità dovranno dimettersi da tutti gli incarichi, lasciando lo spazio e la possibilità per i veri comunisti di ricompattarsi, costruendo nel paese una grande opposizione nei confronti di tutti quei governi liberisti che attaccano le conquiste dei lavoratori e lo stato sociale.

Per questo

Invitiamo lavoratori, precari e disoccupati, giovani ed anziani, non chè l’intera base dei partiti promotori, a boicottare la manifestazione del 20 ottobre per costruire un grande sciopero generale contro l’accordo e contro il governo Prodi.

SOLO LA LOTTA PAGA

domenica 9 settembre 2007

Appello per un fronte unico di lotta

riceviamo, pubblichiamo e sottoscriviamo.....


E’ giunto il momento di voltare definitivamente pagina. Di chiudere questo libro che ha rappresentato e descritto i momenti più difficili del movimento e delle lotte sociali che dal G8 di Genova hanno imboccato la via della dissoluzione. Manca una via definita di coordinamento, si rileva mancanza di metodo nella gestione delle lotte, si affermano compromessi con gli apparati istituzionali della società e con i partiti della sinistra radicale che tutto si son rivelati tranne che essere legati nella sostanza alle pratiche effettive di lotta sociale. Ultima capitolazione di tale sinistra si è concretizzata il 9 giugno a Roma. Il movimento si indirizzava definitivamente verso la strada della resistenza e della lotta, anche se deve essere aperto un dibattito sulle modalità di azione e di gestione delle lotte, i partiti della sinistra radicale in netta rottura con il movimento hanno deciso di presenziare in Piazza del Popolo per rappresentare solo ed unicamente i loro interessi. E’ in atto una nuova capitolazione della sinistra italiana, è in atto l’affermazione di una nuova “democrazia cristiana” che sta definendo la propria essenza in quello che sarà tra breve il Partito Democratico. La sinistra radicale deve cercare di sopravvivere per salvaguardare unicamente i propri interessi, quello che sta per porre in essere è solo un partito contenitore facendo confluire dentro di tutto e di più, solo ed unicamente per fini elettorlaistici e propagandistici e istituzionali.
Il movimento di lotta, quello non legato ai partiti, quello indipendente e libero da qualsiasi tipo di macchinazione deve intraprende un percorso di coordinamento e di definizione di una propria identità volta a conseguire la vera opposizione sociale di lotta a questo sistema che persevera nelle sue più fauste inclinazioni di repressione.
Un movimento che sappia far confluire nelle proprie istanze di lotta tutte quelle che ora sono portate avanti senza alcun coordinamento e in modo univoco e autonomo da varie entità. Le lotte che riguardando questioni come l’antifascismo, la repressione sociale la persecuzione dei compagni, la precarietà, l’antimafia, la guerra, la tutela dell’ambiente, l’antirazzismo, il diritto alla casa, alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ecc. devono essere condotte da un unico movimento che ora deve confluire in una realtà che necessita più che mai di una propria definizione per sostenere con determinatezza e consistenza le pratiche di lotta e le elaborazioni ideologiche in tal senso. Occorre creare un fronte unico di resistenza e di lotta che si opponga a questo sistema sociale istituzionale di compromesso, che incrementa giorno dopo giorno sempre un maggiore divario tra le componenti sociali della nostra comunità . Occorre saper fronteggiare la più sempre incalzante repressione che si pone su un unico binario quale quello condotto dalla Giustizia del Sistema, dalle Istituzioni e dal Vaticano. Occorre rielaborare le strategie di lotta, occorre rompere la pratica di definizione sulla distinzione del concetto di violenza e non violenza, che ha in concreto diviso il movimento e condotto una frangia sostanziosa di questo sotto le manovre “filodipendenti” dei partiti della sinistra radicale. Occorre Innescare un coordinamento di pianificazione delle lotte che si devono concretizzare in un solo fronte di lotta comune a tutte le istanze che solleva il movimento che si oppone a questo sistema sociale figlio del peggior neoliberismo .La resistenza e la lotta sono un dovere di ogni individuo che non voglia continuare a subire passivamente pratiche di dissoluzione sociale e isolamento, pratiche che con la maschera della precarietà della oppressione e della repressione tendono ad edificare momento dopo momento un cerchio dove racchiudere l’individuo singolo e mutarlo da uomo in automa, alle dipendenze dei ritmi posti dall’apparato esistente, al fine di comportarne uno svilimento delle capacità razionali di porre in essere critiche e formulazioni diverse di una società senza disuguaglianze ,e attuare con pratiche di lotta la elaborazione della idea di una società diversa.
Occorre rielaborare le strategie di lotta, è in atto una riaffermazione, celata sotto le parvenze di questa società definita democratica, di repressione e militarismo. Non sono rispettati i diritti dell’uomo, dell’individuo, si afferma la prevaricazione totale dei potentati sulle individualità singole che condizionano l’affermazione del movimento. Si rileva la diffusione e il consenso sempre più ampio, nonché coperto e protetto dagli apparati statali di forze di estrema destra. Occorre intervenire subito anche con azioni dirette per reprimere questo fenomeno. Occorre prevenire e discutere e confrontare le varie potenzialità che emergono dai comitati di lotta territoriali. Occorre unificare le lotte per un unico obiettivo, il ribaltamento di questo sistema. Occorre sostenere azioni di un certo calibro solo se in linea con le pratiche delle lotte sociali e non finalizzate a se stesse. Occorre lottare in particolare su due fronti a livello giuridico. Nell’ambito del diritto del lavoro per l’abolizione di ogni legge, sia di sinistra appoggiate dai vertici dei sindacati traditori confederali, sia di destra sulla precarietà: occorre ribaltare il concetto sistematico dove è l’uomo che si adegua al lavoro.
A tal proposito è necessario sostenere iniziative volte ad evidenziare e rendere noto il tradimento in atto dei sindacati confederali verso i lavoratori e sostenere la base del sindacato per contrastare la linea dell’attuale dirigenza. I sindacati devono essere fatti dai lavoratori per i lavoratori, che devono rompere con ogni pratica di concertazione. Occorre sostenere con fermezza iniziative volte all’abrogazione del 270 bis c.p. e di tutte quelle norme che in sostanza sono utilizzate solo unilateralmente per reprimere ogni movimento di dissenso sociale. Per arrivare alla riconsiderazione e superamento dell’attuale costituzione che non è più contestualizzata e contestualizzabile con l’idea socialista di società e con tutte le leggi che la connotano. Occorre lottare per una affermazione compiuta e piena del laicismo e anticlericalismo, sono da sostenere le azioni dirette contro il Vaticano e le sue organizzazioni periferiche.
Il quadro sul quale muoversi è molto ampio, la facilità di essere risucchiati in questa fase di ricomposizione politica è delicata e pericolosa. Occorre coordinare le lotte che si affermeranno tra studenti lavoratori e immigrati. Occorre portarle tutte su unico ambito di condotta. E’ necessario a tal fine creare, occupare, spazi dove riunire le pratiche di lotta comune, da autogestire lontano dalle ingerenze di centri sociali filopartitici , da sindacati confederali e da partiti filogovernativi.
Occorre riflettere sul crescente aumento delle censure e chiusure dei siti di informazione, oggi non più di controinformazione. Occorre sostenere iniziative contro i media e la stampa controllata dalle istituzioni. Occorre rielaborare nuove forme di comunicazione che passino specialmente attraverso la cultura l’arte e la tecnologia, senza tralasciare ovviamente i metodi tradizionali di comunicazione. Occorre eliminare ogni frangia di settarismo e di necessità assoluta di prevaricazione di gruppi per l’affermazione di una propria identità che rischiano di compromettere e distruggere il movimento. Occorre sostenere solo ed unicamente pratiche di autofinanziamento, non devono essere accolte pratiche di finanziamento di nessun tipo.
Occorre “lavorare” nelle periferie delle città e dei paesi, per accerchiare il centro delle città. Occorre stringere rapporti di collaborazione di intervento con le forze estreme di sinistra dei vari paesi europei per arrivare a colpire il sistema li dove ha partorito il tutto.
Occorre sostenere le lotte condotte all’interno degli Usa dai movimenti indipendenti di sinistra che sono nella sostanza soggetti a qualsiasi forma di censura .Occorre sostenere forme di boicottaggio contro i prodotti strategici del sistema. La società individualistica e conservatrice giorno dopo giorno incrementa il proprio potere. Il capitalismo e il neoliberismo, non sono in crisi ma in fase di espansione, occorre ora più che mai bloccare questa fase di espansione per una idea socialista di società. Tutto ciò è possibile solo attraverso un coordinamento tra le varie componenti politiche, di lotta e di movimento (come i sindacati di base) che mirano alla costruzione di una vera opposizione sociale di sinistra che non miri alla conquista delle poltrone istituzionali ma sia diretta a creare un fronte unico di lotta e di azione per contrastare il sempre più incalzante potere della borghesia. E’ necessario confrontarsi con tutte le realtà di opposizione di sinistra radicale, che non siano compromesse con gli apparati del sistema, per pianificare e definire le strategie di lotta da attuare a partire dal mese di ottobre 2007. Un primo importante appuntamento sarà il 20 ottobre.
Bisogna arrivare a quella data con l’obiettivo di contrapporsi a quelle realtà partitiche e di lotta che nella realtà dei fatti hanno tradito i lavoratori ed il ceto debole della società, in modo congiunto e coordinato per creare una vera opposizione sociale di sinistra. Un coordinamento tra le varie realtà, finalizzato a concretizzare il fronte unico di lotta, dove ogni realtà politica organizzata mantenga la propria identità, ma dove si possa definire un programma di azione congiunto e specifico sul quale porre le iniziative di lotta sociale.
Invito tutti i compagni a riflettere su ciò, e sull’attivarsi il prima possibile per arrivare alla creazione di un coordinamento di azione per il fronte unico di lotta.

Per adesioni : fronteunico@yahoo.it

Firmatari Barone Marco(Coordinamento nazionale movimento costitutivo Partito Comunista dei Lavoratori)

Marco Piracci(Coordinamento Regionale Lazio movimento costitutivo Partito Comunista dei Lavoratori)

Nicola Iozzo (Unità Comunista Vibo Valentia)

sabato 1 settembre 2007

NUOVI MODELLI SU VECCHI MANICHINI

«Martedì 28 agosto si è svolta, a Reggio e Cosenza, l’ennesima sfilata di modelli per la stagione autunno-inverno a venire, l’ennesima passerella di statuari marcantoni (o forse erano ciceroni… mah!) con indosso i vestiti puliti, specchio della loro immacolata coscienza. L’evento è stato preceduto, come accade sempre in questi casi, dai noti fatti di Duisburg, ridente località teutonica famosa, tra l’altro, per aver dato ospitalità agli azzurri in occasione degli scorsi mondiali di calcio, ma abbiamo motivo di credere che questa volta si sia trattato solo di un caso: la sfilata avrebbe comunque avuto luogo, con o senza Duisburg, e non amiamo certo la dietrologia tanto da sospettare che l’uno non sarebbe avvenuto se non in funzione dell’altra! Il tema della giornata era la lotta alla ‘ndrangheta, ridente organizzazione criminale calabra famosa, tra l’altro, per aver dato ospitalità agli azzurri in occasione degli scorsi mondiali di calcio; e di risate, riteniamo, se ne saranno fatte a iosa i galantuomini che formano cotale consesso. L’organizzazione (della sfilata, mica la ‘ndrangheta!) è stata curata dal nascente Partito Democratico, ridente compagine politica famosa, tra l’altro, perché darà ospitalità agli ex democristiani, agli ex comunisti e agli ex riciclati del Partito Democratico Meridionale: le fila della futura dirigenza erano al gran completo, mentre quelle della futura base militante sono state astutamente lasciate semivuote per lasciare la possibilità a sempre nuovi papabili candidati di occuparle.»
Ma quant’è dura ridere di cose tanto tristi! Cose che a guardarle con un po’ più di attenzione che quella dell’accaldato lettore di giornali di fine agosto 2007, fanno davvero sorgere la sensazione di essere costantemente presi in giro e circondati, così come il PD ha voluto simbolicamente circondare la Calabria, occupando per un giorno Reggio e Cosenza.
Una manifestazione antimafia a cui partecipano i politici è una contraddizione in termini: è un po’ come se papa Ratzinger scendesse in piazza per affermare la laicità dello Stato, o se Luca Cordero di Montezemolo (speriamo di aver messo le maiuscole al posto giusto!) guidasse un corteo di metalmeccanici incazzati. Perché è così – forse non è inutile ripeterlo: la mafia è lo Stato. Volente o nolente lo Stato, “questo” Stato, è la ragione per cui le mafie prosperano, lo Stato, spesso incompetente quando non addirittura connivente, che si ricorda della ‘ndrangheta quando si manifesta nella sua bestiale violenza, esattamente così come si ricorda del dissesto idrogeologico del territorio quando piove a dirotto, si straccia le vesti per qualche tempo alla ricerca di pezze da mettere sulla falla finché regge l’attenzione degli inconsapevoli elettori veicolata dai media e poi torna alla ordinaria amministrazione.
Una manifestazione antimafia organizzata dal Partito Democratico (meridionale… calabrese, meglio), invece, è una vera e propria aporia: il partito che governa il Paese, la Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Vibo e i cui esponenti, insieme a quelli del centro destra, hanno la responsabilità dei problemi creati e mai risolti degli ultimi quindici anni e legittimamente detengono l’eredità di quelli dei cinquant’anni precedenti, dovrebbe manifestarla, la propria antimafiosità, nelle sedute del Parlamento o del Consiglio dei Ministri, nelle Giunte e nei Consigli delle Amministrazioni locali, e dovrebbe manifestarla nei fatti. Ma forse questo è pretendere troppo dalla politica, viste certe liste elettorali. Gli elettori si devono accontentare dei proclami lanciati dal probabile segretario Veltroni, i soliti: trasparenza negli appalti, efficienza e velocità nella confisca dei beni, severità e certezza della pena, ecc..
Eppure i politici sono stati i giustamente protagonisti almeno di una manifestazione antimafia: era il luglio del 1992 e la folla di Palermo, inferocita, assalì i politici presenti ai funerali “di Stato” dei cinque membri della scorta del giudice Borsellino: non è cambiato nulla da allora, nulla o quasi di sostanzialmente rilevante è avvenuto nella politica di lotta alla cultura mafiosa, l’unica lotta nella cui efficacia credeva Paolo Borsellino, ma almeno qualche calcio nel sedere, i politici, l’hanno preso…

Unità Comunista – Vibo Valentia
Partito Comunista dei Lavoratori – Vibo Valentia