lunedì 25 aprile 2011

Buona Resistenza

Ci chiamarono Briganti, ci chiamano teppisti
Ieri Partigiani, oggi Antifascisti.

Buon 25 aprile a tutti

domenica 24 aprile 2011

riflessioni del Partito Comunista Siriano sulla situazione in medioriente

da Partito Comunista Siriano www.syriancp.org - in www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Comunicato sulla riunione del Comitato Centrale del Partito Comunista Siriano
15/04/2011
Il Comitato Centrale del Partito Comunista Siriano ha tenuto, il 25 marzo 2011, una riunione ordinaria, presieduta dal Segretario generale compagno Ammar Bagdache. Il compagno Wissal Farha Bagdash capo del partito ha preso parte all’incontro.
Durante la discussione sulla situazione politica, nel Comitato Centrale è emersa la considerazione dell’importanza della promozione dei movimenti di massa nei paesi arabi, che si sono manifestati con il rovesciamento dei due regimi mercenari dell'imperialismo in Tunisia ed Egitto, con l’estendersi di proteste di massa in molti paesi arabi contro i regimi legati all'imperialismo. Il movimento di liberazione nazionale arabo sta conoscendo un avanzamento importante e attualmente occupa un posto di rilievo nel quadro del movimento di liberazione antimperialista internazionale, come anticipato dal 11° Congresso del Partito Comunista Siriano.
Dopo le sconfitte sul terreno dell'imperialismo statunitense in Iraq e dell'attacco imperialista sionista contro il Libano nel 2006, le masse popolari hanno rovesciato i due simboli dell'imperialismo in Tunisia ed Egitto.
La rivoluzione in questi due paesi, nonostante le differenze e le diverse specificità, hanno fatto cadere due regimi del tutto fedeli all’imperialismo e strettamente legati al sionismo, due regimi fondati sulla tirannia, nonostante alcune loro esteriorità istituzionali. Inoltre, questi regimi hanno diligentemente applicato le disposizioni del liberismo economico dettate dai centri imperialisti, che sono il riflesso degli interessi di Washington, spalancando le porte all’azione del capitale monopolistico straniero, privatizzando i principali ambiti dell’economia e riducendo il ruolo sociale dello Stato, colpendo la produzione nazionale attraverso la revoca del sostegno statale, che ha portato a un drammatico peggioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione, compresa la classe media tradizionale, ad una maggiore polarizzazione sociale e alla esasperazione del fenomeno della disoccupazione, soprattutto tra i giovani. Questi dettami, che sono ostili agli interessi del popolo, sono stati applicati con il contributo importante della borghesia compradora, strettamente legata ai monopoli e all’imperialismo e attraverso i loro rappresentanti al potere e negli apparati dello Stato.
A causa di questi fattori, le rivoluzioni in Egitto e Tunisia hanno assunto un carattere nazionale liberale, uno democratico ed un carattere di classe. Il nostro partito fin dall'inizio si è sempre espresso a favore di queste rivoluzioni, in virtù della loro importanza come rivoluzioni liberali nazionali per rafforzare le posizioni del movimento antimperialista internazionale rivoluzionario, con in più il rilievo derivante dall’essere la prima espressione dei movimenti di massa più estesi verificatisi nel ventunesimo secolo.
Imperialismo internazionale, sionismo e reazionari locali cercano di contrattaccare per ostacolare l'escalation del movimento di liberazione nazionale arabo. Il pericolo maggiore nella nostra regione è la brutale aggressione imperialista della NATO contro la Libia, aggressione che utilizza la foglia di fico della risoluzione del Consiglio di Sicurezza, di quelle della Lega Araba, e con il contributo simbolico a questa guerra di rapina imperialista dei regimi arabi reazionari. La condanna del nostro partito e del movimento comunista internazionale per questa incessante aggressione contro la Libia, non intende trascurare quanto commesso dal regime dittatoriale libico, che dall'inizio di questo secolo teneva buoni rapporti con l'imperialismo mondiale e stretti legami con i gruppi monopolistici più sordidi del campo imperialista. È del tutto evidente però che l'imperialismo e il sionismo, dietro giustificazioni inconsistenti come la “protezione dei civili”, sono in Libia per il controllo di questo paese ricco di petrolio e lavorano per dividerlo in osservanza del progetto imperial-sionista di “nuovo Grande Medio Oriente”, progetto che mira al completo asservimento dei popoli della regione. Così il mondo arabo e il mondo intero devono condannare questa brutale aggressione imperialista e combatterla con tutti i mezzi disponibili.
Alla campagna multilaterale contro la resistenza nazionale libanese partecipano molte forze di vario genere, del tutto fedeli all'imperialismo, e lavorano nella stessa direzione le forze reazionarie arabe che cercano di infiammare le tendenze settarie, questa arma pericolosa che in definitiva serve solo all'imperialismo globale e a quella forza confessionale, razzista e reazionaria che è Israele sionista.
La cospirazione imperialista che con gli stessi fini si scaglia contro la Siria ha molte facce, tanti elementi dei regimi arabi reazionari con i loro mezzi di comunicazione in stretto rapporto con l'imperialismo. La Siria è uno dei maggiori ostacoli all’interno del mondo arabo al progetto di un nuovo Grande Medio Oriente. E' noto il ruolo specifico della Siria nel sostegno dell'antimperialismo e dei movimenti di resistenza anti-sionista nella regione.
Il Comitato Centrale ha fermato le manifestazioni e disordini che hanno avuto luogo in alcune città in Siria, in particolare gli sventurati incidenti nella città di Dara. Il 18 marzo, vi è stato uno scontro tra le forze di sicurezza e i cittadini che avanzavano slogan e richieste. In cima a queste richieste vi era il rilascio di alcuni ragazzi arrestati sotto la legge marziale e lo stato d'emergenza. A seguito del ricorso ad una forza eccessiva da parte delle autorità di sicurezza per disperdere la folla, vi sono state molte vittime e alcuni morti, creando un vasto malcontento aggravando così lo stato di grave tensione. I media ufficiali hanno riportate notizie circa la formazione di una commissione d'inchiesta su tali fatti e i giovani detenuti sono stati rilasciati.
Le forze reazionarie hanno provato e stanno cercando di usare il malcontento reale presente in questi avvenimenti per innescare disordini in tutto il paese, utilizzando un metodo perverso di accostamento di parole d’ordine corrette che attirano le masse e che riguardano l'ampliamento delle libertà democratiche, con slogan chiaramente reazionari e istanze oscurantiste a carattere settario e provocatorio, contro i principi laici e di tolleranza che storicamente contraddistinguono la società siriana.
I media dei centri imperialisti e dei media arabi reazionari stanno attuando una grande guerra mediatica contro la Siria, gonfiando gli eventi, distorcendo i fatti e pubblicando bugie provenienti da fonti equivoche che non hanno alcuna rilevanza per i cittadini siriani. Sfortunatamente, l’operato dei media ufficiali non è stato all’altezza di quanto richiesto da questi momenti critici.
In tali circostanze si deve dire la verità e non abbellirla, cosa che farebbe aumentare la fiducia generale e rafforzerebbe la determinazione nel contrastare l’attuazione di questa complotto.
Il Comitato Centrale ha espresso il proprio sostegno alle decisioni e indicazioni della dirigenza del Partito Socialista Arabo Baath, che vedono innanzitutto, in campo politico, la revoca della legge marziale e l’invio della proposta di legge sui partiti alla discussione generale per la successiva approvazione, la modifica della legge sulla stampa, ecc...
Queste le richieste che il Partito Comunista Siriano ha tenacemente avanzato nei suoi documenti, fra i quali le risoluzioni dell'11° Congresso. Il nostro partito ritiene che un'accelerazione nell'applicazione di queste misure contribuirà a rafforzare la situazione interna in tempi brevi.
Il Comitato Centrale ha inoltre espresso la propria soddisfazione per la decisione di rettifica della legge 41 del 2004 inerente alle proprietà nelle zone di confine, nonché le decisioni relative all’aumento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e dei pensionati varate per decreto.
Il Comitato Centrale ritiene indispensabile la revisione di quelle leggi e disposizioni di orientamento economico liberale, che hanno contribuito alla destabilizzazione della produzione nazionale e indebolito le posizioni del settore statale (pubblico) portando un peggioramento dei livelli di vita delle masse, e che in ultima analisi hanno fornito dei vantaggi ai gruppi sfruttatori, in particolare alla borghesia compradora.
Il Comitato Centrale considera necessario frenare questi orientamenti economici liberali, perché dannosi alla produzione nazionale e alle condizioni delle masse lavoratrici. Il governo deve quindi prendere decisioni per rinforzare la situazione economica del paese e soddisfare le esigenze di operai e contadini, delle fasce a basso reddito e dei dipendenti pubblici, che costituiscono il sostegno di massa della nazione siriana.
A questo proposito, il Comitato Centrale considera importante concentrarsi sulle aree produttive, ad esempio sostenendo l'agricoltura siriana per ristabilire e rafforzare la nostra sicurezza alimentare, sostenendo l'industria e la sua proprietà nazionale con particolare attenzione al mantenimento e allo sviluppo del settore pubblico. A questo proposito, dovrebbero essere modificate la legge sull'energia elettrica, ristabilendo il pieno monopolio statale su questo settore economico vitale, e la legge sulle telecomunicazioni per impedire in particolare l'ingresso del capitale monopolistico in questo settore. Anche le aziende pubbliche con investimenti privati dovrebbero passare a completa proprietà statale. E' inoltre necessario abbandonare l'approccio dannoso nella liberalizzazione dei prezzi e tornare ad un ruolo attivo dello Stato in questo campo, inclusa la riorganizzazione del Ministero delle finanze e del commercio.
Il Comitato Centrale ritiene importante altresì che vengano soddisfatte le capacità produttive nazionali attraverso l'aumento degli investimenti statali in quei settori, non affidandosi invece all’importazione di capitali esteri nel paese. In questo senso è importante tornare ad una politica di sfruttamento petrolifero nazionale (estrazione e commercializzazione). E' importante intensificare la campagna di lotta permanente alla corruzione, per tenere a freno la borghesia compradora che insieme alla sua alleata burocratica cercano di realizzare il saccheggio globale dello Stato e del popolo. A questo proposito, l'estensione delle libertà democratiche alle masse popolari svolge un ruolo importante, rendendo il lavoro contro la corruzione più efficace e completo.
Il Comitato Centrale è convinto che un tale approccio alle questioni in campo socio-economico garantisca la rimozione di quel risentimento che in esso cresce, andando a migliorare la degna tenacia della nazione e facendo si che il popolo formi il suo principale sostegno e impedimento alle congiure dei paesi nemici.
Il Comitato Centrale sottolinea la disponibilità del Partito Comunista Siriano ad esercitare tutti gli sforzi per rafforzare gli elementi di fermezza nazionale, politicamente, socialmente, economicamente, e delle masse. Il nostro slogan era, e rimane: “La Siria non si inginocchierà!”.
Riguardo la situazione internazionale, il Comitato Centrale ritiene che gli ultimi sviluppi indichino chiaramente la correttezza dell’analisi del nostro partito che indica come la fase di recessione seguita alla crisi economica ciclica globale sarà il terreno di un’escalation nello scontro di classe tra capitale e lavoro. Prova ne è l’ondata di scioperi e proteste di massa che si svolgono in molti paesi del mondo, inclusi gli stessi centri dell'imperialismo.
Le economie di questi paesi, dove continuano ad essere applicate le prescrizioni economiche liberali, continuano ad affondare. Dopo la Grecia e l'Irlanda, è arrivato il momento del Portogallo. Il Comitato Centrale ritiene che in queste circostanze sia necessario aumentare gli sforzi per render più forti le relazioni di solidarietà internazionale dando seguito alla parola d’ordine: “Per un fronte internazionale contro l'imperialismo”.
Damasco 25/03/2011
Comitato Centrale del Partito Comunista Siriano

Elezioni Reggio Calabria: Pasquino Crupi candidato con il PdCI

E’ semplicemente doveroso ed indispensabile evidenziare, pubblicamente, la figura di colui il quale rappresenta il fiore all’occhiello fra tutti gli eccellenti e bravissimi candidati della lista del PdCI al Comune di Reggio Calabria.
Ci riferiamo alla personalità del battagliero prof. Pasquino Crupi, docente presso l’Università per Stranieri “D. Alighieri”, finissimo intellettuale marxista, comunista e meridionalista senza conversione, giornalista, scrittore e critico letterario nonchè strenuo ed estremo difensore della Calabria e della città di Reggio dalla continua e costante propaganda demolitrice di stampo leghista ed anti-meridionale.
Pasquino Crupi, il padre della letteratura calabrese, ha dimostrato, ancora una volta, di essere sempre dalla stessa parte cioè un intellettuale nella trincea della battaglia delle idee e nel cuore della militanza.
Sono, purtroppo, tanti, anche tra gli intellettuali o presunti tali, coloro i quali per paura, timore o codardia non si schierano e preferiscono, opportunisticamente, vivere silenti all’ombra di qualche tranquillo e rassicurante Palazzo del Potere.
Tutto ciò non si potrà, certamente, mai affermare nei confronti del prof. Crupi, indomito combattente e spirito libero.
D’altronde, la presenza di Pasquino Crupi nella lista dei Comunisti Italiani al Comune di Reggio è, per tutti noi, grande motivo di orgoglio: un valore aggiunto per affrontare con più sicurezza la difficile battaglia elettorale.
In tal senso - per un Partito estremamente povero di risorse finanziarie, ma ricco di ideali come il nostro - le idee e la voce del prof. Crupi saranno necessarie ed indispensabili per diffondere la nostra proposta politica e le nostre opzioni programmatiche.
Abbiamo dichiarato che faremo una campagna elettorale senza trucchi, false promesse o inganni, vale a dire che parleremo, dovunque e senza sosta, direttamente con le persone, aprendo un confronto di massa sui problemi della città.
Utilizzeremo i vecchi, ma sempre attuali, metodi che rimangono il modo migliore per parlare alla gente.
In questo sforzo eccezionale il prof. Crupi, vero e proprio tribuno del popolo, darà un contributo straordinario e saprà rappresentare al meglio le proposte dei Comunisti Italiani. 
Grazie Pasquino per avere accettato la candidatura con i Comunisti Italiani.

Reggio Calabria lì 19 aprile 2011

        LA SEGRETERIA PROVINCIALE DEL PdCI DI REGGIO CALABRIA

Comunicato contro i tagli del personale ATA

Il ministro Gelmini e il governo Berlusconi continuano imperterriti nella loro azione devastante che mira a demolire la scuola pubblica italiana.
E’ di questi giorni, infatti, l’annuncio dell’ennesimo taglio che il ministero guidato dalla Gelmini si accinge a fare sull’organico del personale ATA per il prossimo anno scolastico 2011/2012.
Si parla di una riduzione dell’organico di circa 15.000 unità, il che significa concretamente 15.000 posti di lavoro in meno solo per quanto riguarda il personale ATA ( Direttori Servizi Generali e Amministrativi, Assistenti Amministrativi, Assistenti Tecnici e Collaboratori Scolastici).
Siamo di fronte ad un governo antipopolare che, incurante della gravissima crisi economica e sociale che vive il paese e del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di milioni e milioni di cittadini, prosegue nella sua sistematica controriforma della scuola che rappresenta un vero e proprio massacro sociale e che colpisce al cuore il diritto allo studio e la qualità del sistema scolastico nazionale.
Anche la Calabria continuerà a pagare un prezzo altissimo sull’altare delle politiche neoliberiste e di privatizzazione selvaggia della scuola che il governo Berlusconi sta portando avanti.
Saranno centinaia e centinaia i posti che verranno cancellati, si parla addirittura di oltre 1.000 posti di lavoro che rischiano di scomparire con il provvedimento di taglio dell’organico del personale ATA annunciato dalla Gelmini e che determineranno nuovi problemi di funzionalità per le istituzioni scolastiche, compromettendo il buon andamento e la qualità del servizio.
Ciò significa che moltissimi lavoratori rimarranno a casa e perderanno anche il lavoro precario di cui fruivano, andando ad aggiungersi all’esercito di senza lavoro qualificati e  laureati che in tre anni, da quando è partita la controriforma scolastica della destra, sono stati espulsi dal mondo del lavoro scolastico.
E’ davvero giunta l’ora di dire basta al governo dei tagli contro i lavoratori e delle leggi ad personam a favore di Berlusconi. Deve finire la politica dei tagli che punta a favorire la scuola privata. Occorre, invece, fare nuove scelte in termini di investimenti per l’istruzione e la formazione.
Oggi più mai emerge chiaramente che i paesi che investono sulla ricerca, sul sapere, sull’istruzione e sulla cultura sono tra quelli più dinamici e più in fase di crescita, mentre l’Italia arranca stancamente nelle retrovie dei paesi europei attanagliata da una crisi che questo governo di casta vuole scaricare sulle spalle dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei ceti più deboli.

Reggio Calabria, 22.4.2011

MICHELANGELO TRIPODI
SEGRETARIO REGIONALE  PdCI - Calabria

Elezioni Reggio Calabria: Nuccio Barillà non si ricandida

A seguito della formale presentazione delle liste dobbiamo, con amarezza, registrare che uno dei veri protagonisti della Primavera di Reggio, amministratore capace, ambientalista senza conversione e uomo coerente e disinteressato, non sarà tra i protagonisti della battaglia elettorale.   
Ci riferiamo al consigliere comunale uscente del centrosinistra Nuccio Barillà.
Nuccio Barillà, con grande dignità politica e personale, ha deciso di non ricandidarsi.
Un esempio di buona e bella politica che suona lezione per tanti personaggi in cerca d’autore che si agitano sulla scena politica reggina.
Si tratta, nei fatti, dell’ennesima conseguenza delle scelte sbagliate e dannose effettuate dal ristretto gruppo dirigente di quel che resta del PD reggino.
Nuccio Barillà rappresentava una risorsa reale e credibile in grado di potere unire, realmente, tutto il centrosinistra per condurre, da candidato sindaco, una battaglia in grado di poter battere Arena e il centrodestra.
Però Nuccio non possiede una caratteristica, evidentemente, cara agli uomini del PD: non è e non è mai stato un voltagabbana.
Tutti abbiamo sempre saputo ed apprezzato la sua totale, assoluta ed indubbia autonomia politica ed intellettuale; nessun baratto, quindi, poteva essere effettuato per una candidatura a sindaco.
L’assenza di Nuccio, delle sue battaglie e delle sue sensibilità, si sentiranno in questa campagna elettorale e, soprattutto, nel prossimo Consiglio comunale.
La scelta suicida del PD e dei suoi satelliti, Rifondazione in testa, peserà come un macigno. Piccoli calcoli di bottega sono stati anteposti agli interessi della città e dell’unità del centrosinistra.
Bisogna, del resto, ricordare che coloro i quali oggi, hanno scelto di candidare i voltagabbana e gli opportunisti sono gli stessi che quattro anni fa candidarono alla carica di sindaco, proprio contro Nuccio Barillà che noi sostenevamo alle primarie, Eduardo Lamberti-Castronuovo presentandolo come il campione della coerenza. Dopo quattro anni abbiamo scoperto che Lamberti Castronuovo è transitato, nel silenzio generale e con altri due consiglieri comunali uscenti del centrosinistra, nella destra di Scopelliti.
Per noi è una vergogna, per la ristretta e, come abbiamo dimostrato, fallimentare direzione del PD, evidentemente, no.
Chi certamente esce a testa alta, altissima, un vero gigante, da questa brutta vicenda è Nuccio Barillà, il quale, ovviamente, rimane e rimarrà, senza se e senza ma, un punto di riferimento irrinunciabile della vera sinistra reggina e calabrese: la sinistra dell’onestà e della coerenza che non ha nulla a che vedere con voltagabbana e trasformisti che per tali comportamenti non possono avere giustificazione alcuna.
Reggio Calabria, lì 18 aprile 2011

Ivan Tripodi
SEGRETARIO CITTADINO PdCI DI REGGIO CALABRIA

Elezioni Reggio Calabria

Il Comitato Federale del PdCI di Reggio Calabria ha, unanimemente, approvato la posizione politica del Partito in vista delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio prossimi.
In tal senso, i Comunisti Italiani hanno deciso di sostenere la candidatura dell’avv. Aldo De Caridi a Sindaco della Città e dell’avv.  Giuseppe Morabito a Presidente della Provincia.
L’avv. De Caridi, professionista di chiara fama nonché figlio del già Presidente del Tribunale di Reggio, proposto dalla coalizione di sinistra composta da IdV, Sel e Verdi, rappresenta, senza alcun dubbio, una candidatura improntata ai valori della legalità, nel segno della discontinuità in totale ed assoluta rottura  con il fallimentare sistema di potere rappresentato da Arena  e dal PDL, ma che altro non è che l’altra faccia del modello Reggio e di Scopelliti.
La candidatura di De Caridi si pone anche in segno alternativo  rispetto alla coalizione che fa capo al PD e agli altri partiti satelliti che, in questi anni sono stati spesso silenziosi e hanno svilito il ruolo dell’opposizione rispetto ai problemi grandi che hanno piegato la città, dimostrandosi totalmente inadeguati e finendo talvolta con il praticare una forma di consociativismo strisciante. Purtroppo, l’opposizione che nei sistemi democratici ha un ruolo fondamentale non ha posto un concreto argine alla scellerata azione della Giunta Scopelliti
Del resto è, ormai, chiaro a tutti, come riportato più volte dalla stampa locale, senza che la cosa sia mai stata smentita dagli interessati, che il sostegno di quel che resta del Pd alla candidatura di Canale sarà ripagato con l’adesione dello stesso Canale e del consigliere regionale De Gaetano allo stesso Pd.
Altro che rinnovamento e cambiamento. Si tratta, in tutta evidenza, di un’operazione di Palazzo lontana dai bisogni e dalle attese del popolo di sinistra che, giustamente, vedono il Pd, ad ogni livello, come un partito destinato ad implodere in mille rivoli, ed a Reggio già si vedono i frutti nefasti di questa deriva.
La stessa alleanza che si apprestano a varare per le elezioni comunali rappresenta un ulteriore motivo che rafforza la scelta di sinistra, coerente e lineare dei Comunisti Italiani. Infatti, sembra che Canale e il Pd  imbarcheranno nella loro alleanza anche la lista “Autonomia e Diritti”, che fa capo all’ex Presidente della regione Loiero, che è uscito dal PD e che alla Provincia è, addirittura, parte fondamentale della coalizione del cosiddetto Terzo polo che candida l’ex assessore regionale di Forza Italia, Pietro Fuda, alla presidenza della Provincia.
Un papocchio impresentabile che offende l’intelligenza di coloro i quali credevano, in assoluta buona fede, su un reale progetto di cambiamento e che oggi devono registrare che a Reggio Calabria il rinnovamento si incarna in un’operazione politicamente insostenibile che ricalca i metodi della vecchia politica che a parole si vuole blandire, ma che nei fatti invece viene praticata senza ritegno.
Appare del tutto evidente che le vicende politiche di questi giorni rappresentano l’apologia dei voltagabbana e il trionfo di coloro che sputano nel piatto in cui hanno mangiato che, come da copione, dopo avere avuto ruoli e incarichi di ogni tipo, hanno abbandonato per calcoli interessati ed ambizione personale i partiti di provenienza e, soprattutto, la loro dignità personale e credibilità pubblica.  Purtroppo, Il trasformismo continua ad essere una malattia che corrompe e corrode la vita politica del mezzogiorno e del paese.
Una cosa è certa: il tempo è galantuomo e il sigillo del tradimento segnerà per sempre la vicenda politica e personale di costoro.
Fermo restando il totale dissenso rispetto alla linea assunta dal Pd, il PdCI ha deciso di sostenere, con un atto di estrema generosità politica, la candidatura del Presidente uscente della provincia, avv. Giuseppe Morabito, in coerenza con l’impegno che in questi anni i Comunisti Italiani hanno portato avanti essendo, in tutta la consiliatura, parte integrante della Giunta provinciale e della maggioranza consiliare.
Proprio per rendere pubbliche le motivazioni politiche delle decisioni assunte dai Comunisti Italiani si preannuncia una specifica conferenza stampa che si terrà venerdì 15 aprile alle ore 11.00 presso la sede della Federazione provinciale sita in Via Paolo Pellicano, 21/B.  
 Reggio Calabria, lì 13 aprile 2011

LA SEGRETERIA PROVINCIALE DEL PdCI DI REGGIO CALABRIA

giovedì 14 aprile 2011

Buttiamoci alle spalle Franco Bevilacqua

“Buttiamoci alle spalle anche l’olocausto”: queste non sono parole nostre, dei comunisti, ma dall’illustre senatore Vibonese, Franco Bevilacqua. Ci chiediamo a questo punto, avrebbe il coraggio di ripetere queste parole davanti ai familiari delle vittime dell’olocausto? Sarebbe capace di tanta meschinità?
Il berlusconismo non tradisce! Anche oggi abbiamo avuto prova che ormai in Italia tutto gira al contrario. Leggendo infatti la replica del senatore Franco Bevilacqua, alle ripetute critiche giustamente ricevute in questi giorni, rimaniamo sbigottiti. E’ veramente interessante vedere come il sen. Bevilacqua riesca ad usare le accuse, da noi rivoltegli e che ha definito come “attacchi strumentali”, per usare lui un vero attacco strumentale oltre che un vano tentativo di vittimismo.
Alla prima domanda nell’intervista ha dichiarato di non essere mai distratto quando firma un ddl. Noi sottolineiamo che non lo è nemmeno quando vota in senato, è così attento che vota addirittura due volte. Un vero pianista (come si vede in foto). Ma la melodia che ora sta componendo ha per noi un suono veramente sgradevole. Per un usare un eufemismo.
In questa Italia in mano al Pdl apprendiamo che per “pacificare” bisogna legalizzare la ricostituzione del partito fascista, che il termine” intellettuale” può essere usato per offendere, ghettizzare o screditare il parere di una persona e che in un certo senso i comunisti e i fascisti sono la stessa cosa. Ma tutto questo secondo chi? Chi è che ha dettato questi nuovi termine di paragone e di punti di vista?
È vero, sono passati 63 anni dalla caduta del fascismo, ma se è vero che non c’è più il pericolo del fenomeno fascista come si spiega, il caro senatore Bevilacqua, le tante scritte che si leggono sui muri che inneggiano al duce ed al fascismo? Cosa significano i tanti calendari venduti nelle edicole con il brutto muso del duce in primo piano? E soprattutto come si può spiegare il fatto che a distanza di tutti questi anni, il testo del manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile, ricompare copiato interamente nel manifesto programmatico del gruppo dei responsabili? Non le sembra abbastanza grave? Non le sembra che anziché scomparire il fantasma del fascismo sia tornato a fare le sue apparizioni?
Sen. Bevilacqua noi proprio non capiamo come si possa passare sopra il ventennio, rovina di questo paese, semplicemente cancellando una norma costituzionale che vieta la riorganizzazione di quello che fu il partito protagonista (che manganellò le comparse) del periodo più buio della nostra storia.
Forse lei non lo sa, ma alcuni mesi fa a Catanzaro un giovane comunista è stato accoltellato da dei ragazzi che si definiscono “fascisti”, e ancora non dimentichiamo che sempre a Catanzaro qualche anno fa il 25 aprile alcuni ragazzi furono aggrediti mentre festeggiavano il giorno della liberazione da degli squadroni fascisti. Inoltre dovrebbe sapere che a Vibo Valentia nel periodo natalizio passato sono stati attaccati, negli spazi comunali, dei manifesti con la croce celtica.
Sul fatto poi di intendere “intellettuale” come quasi fosse un insulto riassume bene il momento politico è sociale che stiamo vivendo in Italia grazie al Pdl ed e soprattutto al “Berlusconismo”. Mentalità questa del Berlusconismo, che tende a colpevolizzare la persona colta, solo per il fatto che appunto abbia studiato e che le piaccia apprendere. Tutto questo è confermato dalle azioni di questo governo che distribuisce incarichi a chi si distingue, anziché per le sua capacità culturali, per la propria capacità di apparire in tv e di fare scandalo! Il professore Beneduci, quello che lei si è limitato a definire intellettuale, l’ha redarguita per aver letto pochi libri sul meridionalismo, noi ci teniamo a specificare che il ddl del quale è firmatario denota che lei di libri non ne ha letti nemmeno sui crimini del nazi-fascismo!
Dal settembre 2001 fino all’aprile del 2006 ha ricoperto l’incarico di membro della commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani e ora presenta un ddl per abrogare il principio transitorio che vieta la riorganizzazione del partito che più di tutti ha negato proprio quei diritti?
Noi continuiamo ad insistere, possibile che in questi mesi, mentre l’amministrazione D’Agostino insulta i cittadini con il suo modo d’amministrare (o di non amministrare per meglio dire) lei non ha trovato di meglio da fare che proporre questo decreto aberrante? Poteva magari, per una volta, fare l’interesse della città che rappresenta e fare quindi un’interrogazione parlamentare su uno dei tanti problemi che affliggono la nostra città. Il caos “acqua” le dice niente? La spazzatura che invade le strade di Vibo le ricorda qualcosa? E il forte dissesto idrogeologico? Senatore lei è sicuro di abitare ancora nella città di Vibo o ha spostato la sua residenza a Roma? Sappiamo infatti che al parlamento ci sta dal lontano 1994, in tutti questi anni si può davvero dire che lei abbia fatto qualcosa per il territorio che rappresenta?
Nell’intervista rilasciata al quotidiano si è vantato tanto dei meriti riguardo all’istituzione del liceo musicale a Vibo, ma vorremmo farle notare che ora quel liceo, come tutti quelli presenti in Italia e come tutti gli atenei, subirà dei folli tagli grazie al tanto “amato” ddl Gelmini, presentato dal suo partito e votato anche da lei. È veramente sicuro e ci conferma che lei non si distrae mai quando vota?
Se ritiene, come ha dichiarato, che il fascismo sia tramontato, c’era proprio bisogno di questo colpo di defibrillatore?

giovedì 7 aprile 2011

Bevilacqua firma per chiedere l'abolizione del reato di Apologia del Fascismo


Il Senatore Bevilacqua mentre si esibisce in una delle sue performance di "Pianista" al senato. Da notare la sua espressione estasiata, come si lascia trasportare dalla "musica" che sta suonando. Un vero artista!
Per la nascita di una costituzione c’è bisogno, come spiegano nelle prime lezioni di diritto costituzionale, di un “fatto costituente”. Nel nostro paese questo “fatto” fu la resistenza partigiana che si oppose alla Repubblica di Salò. Era il 15 luglio 1946 quando l’assemblea costituente affidò ad una commissione di 75 membri la stesura della costituzione. I padri costituenti, politici come De Nicola e Terracini, pensarono bene, oltre a garantire i diritti fondamentali dell’uomo; di vietare la riorganizzazione del disciolto partito fascista. Quello che per anni vessò l’Italia, trascinandola in guerra con le clave contro nazioni molto più organizzate; quello colpevole dell’omicidio Matteotti; dell’incarcerazione di Gramsci. Il fascismo fu la negazione a tutte le fedi politiche.
Tornando al divieto di riorganizzazione del partito fascista, divieto ignorato ampiamente come possiamo vedere oggi con i tanti partiti pseudo fascisti presenti sul territorio, il sen. Bevilacqua, eletto nella circoscrizione di Vibo Valentia, insieme ad altri senatori del pdl fra cui De Eccher (imputato come co-protagonista per la strage di piazza Fontana), ha ben pensato di presentare, giorno 29 marzo 2011, al senato un atto in cui si richiede l’abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della costituzione.
In questa norma, contenuta nella costituzione, si legge al primo comma: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.”
Quindi, nonostante Vibo stia attraversando un periodo durissimo, basti pensare ai cassintegrati della Soft 4 Web o al dissesto idrogeologico che sta facendo precipitare in un baratro le frazioni come le Vene o Triparni senza contare la zona di cancello rosso a Vibo città. E non dimentichiamo il più evidente e scandaloso problema dell’acqua che 7 mesi ormai interessa la cittadinanza. In tutto questo trambusto, anziché portare all’attenzione del parlamento i problemi del vibonese (motivo per cui è stato eletto) il senatore Bevilacqua, ha pensato che il male più urgente, una delle prime cose da fare è trovare il modo per magari poter ricostituire (senza violare la legge) il partito fascista!
Magari si poteva pensare che nell’anno del 150 anniversario dell’unità d’Italia, per rispettare quanti ci hanno permesso con le loro lotte di superare il periodo più triste della nostra storia d’Italia, il senatore pensasse bene di proporre di ripulire la città da tutti i suoi innumerevoli simboli fascisti. Ad esempio i fasci littori adattati a portalampade presenti nella camera del consiglio comunale o alle scritte ingiuriose come le svastiche, le croci celtiche, le lodi al duce e le scritte razziste che riempiono i muri, privando la città della sua giusta dignità.
Il fascismo non è un’ideale, non ha politiche economiche o sociali alla base dei suoi principi. Il fascismo è “odio” in tutte le sue forme d’espressione.          

Forse, anziché pensare di abrogare l’apologia del fascismo, dovremmo pensare di proporre una legge che aggiunga ai consueti simboli della Repubblica Italiana presenti negli uffici istituzionali, quali la bandiera Italiana e la fotografia del Presidente della Repubblica, un’immagine che ricordi la resistenza partigiana.
La resistenza e la lotta partigiana sono la base della nostra Repubblica, senza di essa non avremmo mai potuto respirare l’aria fresca della libertà. Questo partito del PdL pieno di ex-fascisti riciclati sta cercando di inquinare le nostre idee e di limitare la nostra libertà di pensiero.     
Dobbiamo opporci a tutto questo, ora e sempre resistenza

martedì 5 aprile 2011

Acqua per la gente, acqua per la vita!

A Vibo Valentia la situazione è drammatica. Dal 15 agosto i cittadini di Vibo non hanno l’acqua potabile, dal 4 gennaio addirittura è vietato l’utilizzo dell’acqua per fini alimentari e umani. Tralasciamo le varie indecisioni del sindaco e della sua giunta che in piena emergenza ballavano il valzer delle ordinanze, lasciando disorientati i cittadini, che si trovavano oggi a poter cucinare e lavarsi con l’acqua del rubinetto e domani a dover comprare casse e casse di acqua al supermercato!
Ai cittadini di Vibo Valentia viene negato il diritto di bere e di lavarsi, sembra di essere nel terzo mondo o di essere tornati indietro a 100 anni fa (con la differenza che 100 anni fa l’acqua non arrivava in tutte le case, ma almeno era potabile e gratuita) ma qui siamo in Italia e nel 2011. Tutto questo anche perché la gestione dei serbatoi è passata ad un’azienda privata, quale è la Sorical. Come si può pretendere che un bene come l’acqua passi in mano a privati i quali mettono al primo posto, anziché la salute dei cittadini, il proprio guadagno?
Ma il Sindaco e l’attuale amministrazione sembrano non rendersi conto della situazione, ci viene da pensare che forse durante tutti questi mesi di divieto hanno fatto in tempo per costruirsi dei serbatoi personali con un loro accesso esclusivo e quindi in qualche modo al loro problema hanno trovato una soluzione!
Quello che ci fa credere in una colpa certa dell’attuale amministrazione in merito al problema dell’acqua potabile è il fatto che il partito di maggioranza, il PdL, non si è mai schierato in difesa del sindaco e si è sempre guardato bene dall’entrare nel merito della questione. Probabilmente questo accade perché sa che il suo uomo, Nicola D’Agostino, sta mal gestendo la cosa o non la sta gestendo affatto e quindi difenderlo sarebbe come farsi un autogol o decidere di perdere proprio la partita a tavolino e consegnare la vittoria agli avversari. Quando un partito scarica il proprio sindaco, questo può solo significare il fallimento dello stesso sindaco o quello di tutto il partito.
Non solo nel comune di Vibo Valentia ci sono problemi con l’acqua potabile, ma in tutto il territorio provinciale sono molti i comuni che soffrono questo problema. Da Serra a Ionadi, ma anche a Mileto ed altri molti paesi. Ed in tutto questo qual è la posizione dell’amministrazione provinciale? Nessuna! Silenzio assoluto, tutto in pieno stile De Nisi che ci offre un’altra delle sue performance di “mimo”! Non una parola nei giornali e ne tantomeno una presa di posizione pubblica che tenda a smuovere le cose. Questi suoi, sempre più numerosi numeri da artista di strada, non divertono più nessuno. Non piacciono i suoi salti mortali che fa per accontentare ora questo, ora quel personaggio politico con i suoi continui rimpasti in giunta, non piacciono le sue doti di giocoliere e contorsionista che si destreggia furbescamente tra gli accordi politici per assicurare il potere ai soliti vecchi politicanti ed ai suoi parenti! Vedi la candidatura a sindaco di suo fratello nel comune di Filadelfia, da lui fortemente voluta. Quasi avesse scambiato la carica di sindaco con quella di “monarca”, da tramandare in famiglia.
Bere acqua è una delle cose che ci tiene in vita. Ogni giorno ogni essere umano per vivere respira, mangia e beve. Assimilare acqua è una delle azioni più importanti per ognuno di noi. Una cosa naturale e necessaria. Cosa succederebbe se non potessimo più godere del diritto di bere? Perderemmo sicuramente il nostro diritto alla vita.        
L’acqua quindi è un bene fondamentale e primario, a cui non si può rinunciare e che non può essere assolutamente considerato merce da vendere. Chiunque abiti la nostra terra, qualsiasi essere vivente, deve poter usufruire dell’acqua che il pianeta stesso ci offre.
È ora di dire basta a queste lobby del potere che pretendono di poter decidere delle sorti della gente. È arrivata l’ora di riappropriarci dei nostri diritti fondamentali.     
Vogliamo acqua per la gente, acqua per la vita!