venerdì 30 marzo 2012

Cominciamo da noi…. Iniziativa a Nicotera domenica 1 aprile dalle ore 10

Continuano le iniziative promosse dalla federazione provinciale del PdCI di Vibo Valentia, dal titolo “Cominciamo da Noi…”. Il progetto del PdCI, partito quasi un anno fa, passa alla fase successiva, quella dove i cittadini in prima persona sono chiamati a dire la loro sul futuro del territorio e su quello che vorrebbero fosse fatto per “ricostruire” il paese.
Domenica mattina quindi partirà da Nicotera la “carovana programmatica” che si propone di attraversare tutto il territorio provinciale, per ascoltare le voci della gente in prima persona e capire quali sono i bisogni reali dei cittadini. Stare con la gente, parlare con loro e crescere socialmente e politicamente, questo è quello che si impegnano a fare i comunisti oggi.
La nuova idea messa sul tavolo dalla federazione del PdCI Vibonese consiste in una raccolta di proposte fatte dalla gente, tutto questo da scrivere su un foglietto che pone al cittadino questione come: lavoro, legalità e ambiente. Tre temi che sono sicuramente i tasselli fondamentali per la crescita del nostro territorio. Queste proposte verranno poi raccolte in un’urna che sarà aperta solo quando avrà concluso il suo viaggio e cioè dopo aver attraversato tutta la provincia. Il tutto verrà chiuso in un’urna che sarà aperta alla fine del percorso politico nelle cittadine per tirare le somme e costruire un insieme di proposte partite veramente dal basso e non partorite al chiuso delle stanze delle sezioni.
Saranno 3 semplici quesiti e riguarderanno: ambiente, legalità e territorio.
Questa carovana toccherà nei prossimi mesi gran parte della provincia e sono previste tappe, oltre a Nicotera, a Vibo Marina, Filadelfia, Serra San Bruno, Tropea, Mileto, San Nicola da Crissa, Triparni e Vibo centro e queste sono solo alcune visto che il nostro cammino coprirà i prossimi 6 mesi.
Questa campagna vuole tendere la mano a coloro si sentono esclusi dalle decisioni, a coloro che credono nella vera politica e non in quella che scippa il voto e sparisce, a coloro che hanno bisogno di farsi ascoltare, a coloro che credono nei diritti e non nei favori, soprattutto a quelli che credono a chi vedono dal vivo e non in un manifesto.
Il nostro posto è per la strada tra la gente e non nei salotti.
Durante la mattinata, sotto il gazebo, sarà possibile anche firmare la petizione contro la modifica dell’articolo 18. Contro queste politiche del governo Monti che da governo “tecnico” non si pone nessuna questione etica nel distruggere i diritti dei lavoratori e della classe più debole.
Cominciamo da noi….

lunedì 26 marzo 2012

Mentre i “medici” studiano il malato muore

In un periodo di crisi economica così grave e latente che non accenna in alcun modo a regredire, dove i tassi di disoccupazione e povertà hanno ormai raggiunto cifre esorbitanti, non è insolito imbattersi in sommi simposi, televisivi e non, dove politici, nazionali e locali, “politicanti” e opinionisti si affrettano a offrire la loro “personalissima” cura per una malattia che essi stessi, chi più chi meno, hanno provocato.

Per quanto concerne il nostro territorio appare estremamente chiaro che i pochi margini di sviluppo economico sono imprescindibilmente legati al fenomeno turistico e alla sua crescita.

Tale fenomeno ha subito negli anni, come tutte le manifestazioni culturali umane, un profondo e radicale cambiamento tanto da costringere i tecnici del settore a stravolgere l’angolo d’analisi del fenomeno stesso, non più intendibile solo ed esclusivamente come un mero bisogno economico, bensì come un bisogno sociale e culturale insito nell’individuo, aprendo le porte a nuove e più articolate forme di turismo.

Nel nostro territorio, erroneamente, abbiamo da sempre inteso il turismo come un fenomeno stagionale, affiancandolo esclusivamente all’offerta “sole-mare”, perdendo, così, la possibilità di acquisire indefiniti segmenti di mercato ( religioso, culturale, paesaggistico, naturalistico, ecc.) che potrebbero destagionalizzare l’offerta turistica creando un indotto economico costante che potrebbe garantire una stabilità economica per gran parte della comunità vibonese e non solo per quegli pseudo – imprenditori che sono uno dei tanti mali del mancato sviluppo.

Da tutto questo la politica continua ad estraniarsi, trasversalmente.

Vi è infatti una grande comunione di intenti, tra giunta Comunale e Provinciale, nel voler abbandonare a se stesso l’enorme patrimonio storico-artistico- culturale vibonese in generale ma, in particolare, della città di Vibo Valentia.

Basta fare una breve passeggiata nel centro storico della nostra città per rendersi conto, di persona, dello stato di abbandono e degrado che imperversa, con una politica che continua a non intervenire e che quando lo fa (vedi vergognoso intervento sulla scalinata di via Sette Martiri) compie danni irreparabili.

In occasione delle Giornate di Primavera del FAI (Fondo Ambiente Italiano) mi è stato possibile visitare il meraviglioso palazzo Gagliardi –De Riso, di proprietà della provincia e di registrare, quindi, l’indecoroso stato in cui versa quello che senza ombra di dubbio è uno dei palazzi nobiliari più belli e meglio conservati (una volta!!!) dell’intera regione.

Farebbero bene, il Presidente De Nisi e il suo partito ( se così si può definire quell’apparato di potere), anziché imbandire solenni tavole rotonde per discutere delle tematiche turistiche (da loro stessi disconosciute) ad adoperarsi per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico – archeologico - culturale.

Farebbe bene la politica ad affidare questo settore, volano per l’economia e lo sviluppo, ai politici in base alle competenze e non ai pacchetti di voti, farebbe bene questa classe dirigente a farsi da parte, una volta per tutte, per il bene di un territorio che, altrimenti, non avrà scampo…


Coordinamento provinciale federazione giovanile comunisti italiani

mercoledì 21 marzo 2012

Il PdCI aderisce allo sciopero generale di Serra San Bruno

Il 24 marzo il Partito dei Comunisti Italiani di Vibo Valentia scenderà in piazza a protestare, a fianco dei cittadini serresi, contro il ridimensionamento dell’Ospedale di Serra San Bruno. Per sostenere la battaglia che dev’essere di tutti i cittadini della Provincia di Vibo Valentia che, verranno praticamente privati di un ospedale, quello di Serra appunto, e quindi di un patrimonio di tutela della salute.
Parliamo della salute dei cittadini, di difesa della vita, del diritto alle cure mediche, ma questo non sembra interessare al caro presidente Scopelliti e nemmeno al consigliere Salerno, che pensano solo a “tagliare” fondi a destra e a manca, riflettendo in pieno la metodologia adottata anche a livello nazionale dal loro partito. Tagli anziché incentivi, zero investimenti per l’innovazione e per la ricerca, quelli che dovrebbero essere i mezzi per superare questa crisi che ci coinvolge tutti.
Ma si capisce che quelli costretti a pagare sono sempre i più piccoli, allora a chi interessa se, i cittadini di Serra o dei paesi vicini dovranno farsi minimo 45 minuti di macchina (sperando che le condizioni meteo non li tengano isolati) per raggiungere l’ospedale più vicino e farsi prestare soccorso. A chi interessa se saranno i cittadini di Serra a morire per un’emergenza ospedaliera?
Allora noi da Comunisti, sempre al fianco dei più deboli e pronti a lottare contro le ingiustizie ci schieriamo a viso aperto contro queste politiche sbagliate e meschine che vogliono indebolire ulteriormente paesi già in difficoltà.

Sarà inoltre un’occasione per stare al fianco dei compagni di Serra e in special modo del compagno Gambino, da sempre impegnato a denunciare le vessazioni subite dalla sua terra, vittima di un vile atto intimidatorio pochi mesi.

Sabato quindi saremo a Serra, per dimostrare insieme ai cittadini che noi vogliamo migliorare le condizioni del nostro territorio e siamo contro questi logiche che lo affossano e lo degradano ulteriormente.

lunedì 19 marzo 2012

Verità e chiarezza sui centri storici

E’ davvero agghiacciante dover constatare come l’argomento “centri storici” venga strumentalmente agitato, usando notizie riciclate e manipolate ad arte al solo scopo di gettare discredito sul sottoscritto e sul centrosinistra.

Peccato solo che tra i diversi soggetti: l’Assessore regionale all’urbanistica Aiello, il Dirigente Generale Putortì, il Dirigente De Marco, gli organi di stampa e gli addetti ai lavori ci sia una preoccupante confusione. Sembra, infatti, che nessuno conosca (rectius si preoccupi davvero di conoscere) il reale svolgimento dei fatti e l’esatta portata delle somme necessarie a dare copertura ai progetti finanziati.

I milioni di Euro compaiono e scompaiono misteriosamente a seconda dell’intento di volta in volta prevalente: se l’obiettivo è colpire la vecchia Giunta regionale, gli importi lievitano; se lo sforzo è quello di dimostrare l’impegno (davvero inesistente) della Giunta Scopelliti, gli stessi diminuiscono. Anche gli APQ e le soluzioni sembrano proliferare o venir meno senza tregua.

E’ arrivato il momento di fare chiarezza una volta per tutte.

Attraverso l’operazione di finanziamento degli interventi per la riqualificazione, il recupero e la valorizzazione dei Centri storici della Calabria, avviata con bando pubblico il 4 aprile 2008, cioè due anni prima delle elezioni e non pochi mesi prima della campagna elettorale come falsamente affermato, la Giunta Regionale dell’epoca ha dato concretezza alla scelta della valorizzazione e del recupero dei centri storici come strumenti privilegiati di crescita e di sviluppo, di creazione di reddito e di lavoro. Gli interventi selezionati sono stati complessivamente 250 per un importo totale di finanziamento pari ad €. 155.448.458,69.

L’approvazione della graduatoria e la conseguente sottoscrizione delle convenzioni con i singoli Comuni beneficiari dei finanziamenti, sono avvenute sulla base di quanto disposto dalla Delibera n. 170 del 08.04.2009 (un anno prima delle elezioni), con cui la Giunta Regionale della Calabria ha stabilito di dare copertura alle operazioni selezionate a valle del sopradetto bando, mediante: le risorse di cui alla Delibera CIPE n. 35/05; i fondi derivanti da risorse del PAR FAS Calabria 2007/2013 ed infine, gli stanziamenti derivanti da rientri finanziari.

Come si può verificare le carte parlano chiaro: non è assolutamente vero che è stato avviato un programma fantasma, la Giunta Regionale approvò un quadro finanziario completo che prevedeva la piena copertura del programma centri storici, tanto che il PAR FAS Calabria 2007/2013 fu approvato dalla Giunta Regionale con la Delibera n. 157 del 31.03.2009 ed anche dal Consiglio Regionale con la Deliberazione n. 359 del 6 agosto 2009. Il PAR FAS 2007/23013 fu, infatti, discusso e, addirittura, votato all’unanimità dall’intero Consiglio regionale, dove maggioranza ed opposizione insieme, hanno condiviso l’utilizzo di tali risorse all’interno di una lunga serie di interventi di Programmazione Unitaria. Si avviò, quindi, un percorso limpido e coerente.

Le risorse destinate alla Regione Calabria sono state, a tradimento, scippate dal governo Berlusconi e destinate a tutto vantaggio delle regioni del nord per finanziare interventi e attività legate agli interessi leghisti. Tale comportamento anticalabrese ha portato al blocco del PAR FAS CALABRIA presso il CIPE.

A fronte di tale inaspettata e gravissima condotta governativa, l’Assessorato all’Urbanistica e Governo del Territorio guidato dallo scrivente si è immediatamente attivato per reperire risorse di cui i Comuni potessero immediatamente disporre, riuscendo a destinare a tale scopo i fondi derivanti dalle Delibere CIPE nn. 35/05 e 03/06, pari a quasi 24 milioni di Euro. In data 27.02.2010, inoltre, la Giunta Regionale con la Delibera n. 171 – proprio al fine di garantire ai progetti una copertura nelle more dell’approvazione del PAR FAS Calabria 2007/2013 - ha rimodulato il quadro finanziario già assentito con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 170 dell’8.04.2009, procedendo alla contabilizzazione di nuove risorse disponibili per dare totale copertura all’intera procedura selettiva degli interventi sui centri storici, proponendo l’utilizzo di ulteriori fondi derivanti da risorse liberate del POR Calabria 2000/2006 (per oltre 18 milioni di euro), dal POIN FESR “Attrattori Culturali, Naturali e Turismo 2007/2013” (per un importo pari ad oltre 21 milioni di euro) destinati ai progetti ricadenti nelle aree del Parco del Pollino e del Parco dell’Aspromonte, prevedendo nel contempo la sottoscrizione di un ulteriore Atto Integrativo all’Accordo di Programma Quadro “Emergenze Urbanistiche e Territoriali” per oltre 66 milioni di euro ed individuando, infine, per i restanti fondi necessari a coprire l’intero pacchetto di operazioni (quantificati in quasi 26 milioni di euro) una copertura derivante dalla riprogrammazione di economie già censite e generate da altri progetti, sia afferenti il medesimo bando che inseriti in altri APQ.

Nell’aprile 2010, come noto, alla regione si è insediata la Giunta Scopelliti.

Da quel momento in avanti, nessuna attività è stata portata avanti per confermare le scelte e le decisioni assunte dalla precedente Giunta per quanto riguarda l’attuazione del programma dei centri storici calabresi. In particolare, nessuna iniziativa risulta essere stata assunta dall’attuale Giunta regionale per mettere a disposizione risorse finanziarie da utilizzare per dare sollievo ai Comuni che, nel frattempo, hanno continuato a dare esecuzione ai lavori di riqualificazione avviati. Anzi, cosa ancora più grave, per una parte delle dotazioni finanziarie già impegnate la giunta Scopelliti non è stata capace, o meglio non ha voluto, di portare a compimento tutto il procedimento per rendere effettivamente disponibili le risorse già individuate. La verità è che all’Assessorato all’urbanistica la situazione è rimasta cristallizzata al mese di febbraio 2010.

E’, quindi, assai grave che ci si avventuri in dichiarazioni calunniose ed inaccettabili a danno dello scrivente, del centrosinistra e di tutta la Giunta Loiero senza prima assumere tutte le necessarie informazioni per fare chiarezza su una vicenda da cui emergono due fatti assolutamente incontestabili: 1) l’attacco contro la Calabria da parte del Governo Berlusconi che ha sottratto alla regione le risorse del PAR FAS 2007/2013 che le erano state destinate; 2) il fatto che la Giunta Scopelliti ha volutamente affossato il programma dei centri storici, alimentando una situazione di disagio economico ed evitando di trovare una soluzione al problema, nel tentativo ignobile di scaricare sulla precedente Giunta le proprie responsabilità sulla questione.

Stupisce che sia sfuggito il fatto che nel corso di quasi due anni dall’insediamento della Giunta Scopelliti nessun provvedimento sia stato adottato e che le uniche risorse su cui i Comuni hanno potuto contare sono quelle individuate responsabilmente prima delle elezioni regionali (nel febbraio 2010) dalla Giunta Loiero. Lo stesso Assessore Aiello, nel tentativo di attribuirsi meriti che non ha, confonde le risorse in gioco; in un primo momento qualifica come non credibili le iniziative messe in campo dalla Giunta Loiero (Atto Integrativo all’APQ, Risorse Liberate del POR 2000/2006), per poi, un attimo dopo, cercare di appropriarsene il merito.

Ed è sempre l’Assessore Aiello che poco più tardi dichiara che in realtà le risorse indisponibili ammontano a circa 25 milioni di euro; evidentemente gli sarà sfuggito che la stessa DGR n. 171/2010 aveva già destinato a tale fine economie derivanti da ribassi d’asta (di cui 5 milioni già censiti).

E’ scorretto ed ignobile che la Giunta Scopelliti e l’Assessore Aiello si vantino di aver destinato risorse ai Comuni, quando nulla hanno compiuto, pur avendo avviato l’utilizzo di cospicue risorse derivanti dai fondi POR FESR Calabria 2007/2013 per finanziare i PISL, attivando le linee di intervento di cui il Dipartimento è titolare per svariati milioni di Euro, escludendo accuratamente e scientemente di destinarle ai Comuni già titolari dei finanziamenti sui centri storici, così penalizzandoli doppiamente. Bastava compiere questa scelta per risolvere definitivamente la questione, ma evidentemente i centri storici non rientrano negli obiettivi di chi conduce politicamente e amministrativamente l’Assessorato all’Urbanistica, salvo quando possono diventare l’occasione per pavoneggiarsi in convegni nazionali dedicati al tema, come è avvenuto recentemente a Torino.

Tra l’altro, l’evidente volontà di boicottare l’intera operazione di riqualificazione dei centri storici calabresi, tradita dall’assenza di un qualunque sforzo per risolvere il problema causato dal governo Berlusconi e aggravato dall’inerzia di Scopelliti, con la conseguente strumentalizzazione intervenuta, è rafforzata dal comportamento assolutamente schizofrenico adottato dall’Assessorato all’Urbanistica e Governo del Territorio insediatosi nell’aprile 2010.

Perchè, infatti, ci si è preoccupati di ritirare immediatamente il QTR a valenza paesaggistica approvato dalla precedente Giunta, facendo perdere anni e anni di lavoro e di risorse finanziarie, ma nel contempo l’Assessorato è rimasto totalmente indifferente di fronte alla situazione di difficoltà in cui si trovavano i centri storici calabresi?

E se il programma era fantasma perché il Dirigente Generale del Dipartimento Putortì insieme al Dirigente De Marco, non hanno esitato a prorogare “tutte”, nessuna esclusa, le convenzioni di un ulteriore anno (dal 30 settembre 2010 sino al 30 settembre 2011) invece di revocarle?

E come mai lo stesso Putortì sempre insieme al Dirigente De Marco ha nominato centinaia di commissioni di collaudo in corso d’opera per tutti gli interventi appaltati, senza alcuna distinzione circa la relativa copertura?

Perché da due anni neanche un centesimo è stato aggiunto da questa Giunta regionale per integrare la copertura finanziaria dei progetti?

E perché, invece di lanciare accuse calunniose nei confronti del sottoscritto non si chiede conto a Scopelliti, Aiello e Putortì di tali condotte?

In realtà la scelta di prorogare di un ulteriore anno tutte le convenzioni in atto, nonché di nominare un enorme numero di commissioni di collaudo in corso d’opera, avendo piena contezza della situazione così delicata e senza aver provveduto a risolverla, dimostra un atteggiamento di noncuranza delle difficoltà dei Comuni e delle imprese coinvolte e una superficialità gravissima nella gestione della questione. Evidentemente l’Assessorato era più preoccupato di elargire numerose nomine ai professionisti calabresi che di risolvere il problema dei Comuni e delle imprese.

Sarebbe opportuno, pertanto, destinare al Presidente Scopelliti, all’Assessore Aiello, al Dirigente Generale Putortì e al Dirigente De Marco tutte le perplessità, le domande, le osservazioni, le curiosità, se del caso, anche gli attacchi e le espressioni sgradevoli ed inopportune rivolte al sottoscritto, inerenti una questione delicata, complessa e grave che sta colpendo l’intera Calabria, la cui mancata soluzione non può che essere ascritta a chi da quasi due anni, pur governando la Regione, ha volutamente tentato di affossare uno straordinario programma di riqualificazione e di valorizzazione dei centri storici che non ha precedenti nella storia regionale. Per questo mi sento di poter tranquillamente affermare, che, nonostante questi tentativi strumentali e calunniosi, non si può infangare lo straordinario lavoro che negli anni passati abbiamo portato avanti, dando lustro e prestigio alla politica urbanistica della Calabria.



Reggio Calabria, 17.3.2012 
MICHELANGELO TRIPODI

mercoledì 14 marzo 2012

Bulzomì si dimetta

La laurea è un valore. Molti giovani al termine del loro ciclo di studi medio - superiore scelgono di intraprendere un duro percorso formativo ed intellettuale. Da recenti studi pubblicati da ALMALAUREA si evince come alla fine del percorso di studi universitario ed a cinque anni dal conseguimento del titolo accademico, poco più della metà si trovi in un occupazione stabile e attinente al proprio percorso accademico. Una realtà difficile quella italiana, dove i laureati sono molte volte bistrattati e sfruttati tramite finti stage e finti tirocini, senza poi contare l’assurdo bluff delle partite iva, dove giovani professionisti anziché essere assunti e retribuiti come tali, subiscono il ricatto della collaborazione professionale che ovviamente a differenza di un contratto a tempo determinato/indeterminato non ha le stesse tutele a livello contributivo.

Nonostante ciò, sempre ALMALAUREA, fa notare come il livello di abbandono scolastico sia nelle scuole medie superiori e di conseguenza nelle Università sia aumentato, ne consegue cioè un abbassamento del livello culturale e professionale delle giovani generazioni, dato in controtendenza rispetto non solo ai maggiori paesi europei, Francia, Inghilterra, Germania (dove molto si investe nel campo della formazione scolastica e universitaria), ma anche rispetto a tanti paesi emergenti come Brasile, Messico, India e altri. Gli studi universitari in Italia sono in maggiore difficoltà, vuoi per una drastica riduzione dei fondi verso gli studenti, ma anche perchè il costo della vita è aumentato, quindi per le famiglie diventa insostenibile mantenere un figlio all’università, anche perchè, come ribadito precedentemente, il lavoro al termine del percorso accademico è difficile a trovarsi.

Succede però che la nostra regione ”agevoli” la formazione tramite la vendita di esami universitari e delle conseguenti lauree, ottenute senza alcun sacrificio dal punto di vista didattico. Casi di questo tipo si sono riscontrati negli Atenei di Cosenza e di Catanzaro. Proprio a Catanzaro negli ultimi mesi si sono avuti dei progressi nell’indagine in merito a presunti esami universitari comprati, con il bene placito di impiegati delle segreterie. Tramite queste indagini appena conclusesi è stata fatta la richiesta di rinvio a giudizio per 93 persone, tra cui impiegati amministrativi, studenti ecc. Tra questi, nel nostro comune, spicca il nome di Salvatore Bulzomi’, attuale vicesindaco della giunta del comune capoluogo, nonchè assessore al lavoro e politiche sociali.

Noi siamo garantisti, attendiamo cioè l’ultimo grado di giudizio della sentenza, quindi escludendo ogni tipo di colpevolezza a priori, non essendo noi giudici o altro. Sebbene nel nostro paese Italia, vi sia l’abitudine di molti politici di non considerare l’etica nei confronti della quale devono portare rispetto essendo delle istituzioni, quindi continuando imperterriti come nulla fosse a continuare i propri mandati elettorali, portando sulle spalle avvisi di garanzia, rinvii a giudizio e in diversi casi condanne, oppure sperando in una prescrizione, ( Berlusconi, Dell’Utri, Scopelliti, Loiero, Chiaravalloti, Mastella, Tedesco e tanti altri a destra ed a sinistra); mentre in altri paesi europei come Germania o Inghilterra per esempio, vi è un maggiore rispetto per le cariche ricoperte, ma soprattutto per gli elettori che vogliono e devono essere amministrati da persone trasparenti e senza zone grigie. Uomini e donne limpidi e trasparenti, slegati da episodi che li vedono coinvolti in processi o supposizioni processuali, potendo cosi svolgere la propria vita amministrativa in modo sereno e, soprattutto, non cadendo in facili ricatti. Per tutti i motivi elencati chiediamo che l’assessore Bulzomì rimetta la delega nelle mani del sindaco D’Agostino, al quale chiediamo, essendo un uomo di legge, con un sussulto di orgoglio, qualora questo non accada, di ritirare lui stesso la delega, perseguendo quei principi di legalità e trasparenza da lui osannati in campagna elettorale e magari scegliendo meglio i propri assessori.

Siamo stanchi di sentire che i politici di destra gridino al complotto ed all’assalto delle toghe rosse in ogni attività svolta dalla magistratura. E’ ancor più grave che fatti di questo genere si verifichino in un territorio come il nostro, con un alto indice di laureati disoccupati che dopo anni di sacrifici devono subire l’ulteriore beffa di essere amministrati da persone che cercano scorciatoie, da quanto risulta nelle indagini, nel proprio percorso accademico; mentre molti nostri giovani intelletti emigrano piuttosto che scendere ad ogni tipo di compromesso. Anche questo è un esempio.

Che Bulzomì si dimetta, dimostri di essere estraneo ai fatti, cosi da poter ritornare a svolgere attività politica in piena serenità e trasparenza.

venerdì 9 marzo 2012

Sulla tragica scomparsa di Matteo Armellini

La tragica morte di Matteo Armellini, giovane operaio che lavorava al Palasport Pentimele di Reggio Calabria alla costruzione del palco per il concerto di Laura Pausini, ripropone con forza in tutta la sua drammaticità ed urgenza la questione della sicurezza del lavoro e della tutela dei lavoratori.

In Italia sono tanti, troppi i caduti sul lavoro. Ciò è determinato da due fattori che rappresentano una miscela esplosiva e devastante: l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori costretti a ritmi di lavoro pesantissimi, assurdi ed impossibili e la caduta verticale dei livelli di sicurezza e di salvaguardia sui cantieri.

Ogni anno oltre mille lavoratori perdono la vita in quelli che non possono più essere definiti semplici incidenti, ma rientrano ormai nella categoria degli omicidi colposi causati dal perseguimento del massimo profitto anche a costo di sacrificare la vita dei lavoratori.

Tutto ciò è davvero inaccettabile. Non basta partecipare al dolore e al lutto se poi non si fa niente per migliorare la situazione dei lavoratori, dando sicurezza e dignità a chi svolge attività che si trasformano in trappole mortali.

La verità è che in questo paese non c’è più il dovuto e necessario rispetto nei confronti degli operai e dei lavoratori, che sono tornati ad essere carne da macello come avveniva nell’ottocento.

Ed è davvero incredibile che, invece di promuovere una politica incentrata sulla prevenzione e sulla sicurezza del lavoro, il governo Monti, continuando l’opera demolitoria della destra berlusconiana, nell'ambito del decreto semplificazioni tenti di mettere in discussione le norme sulla salute e sulla sicurezza, prevedendo addirittura di abbassare i livelli dei controlli e delle tutele.

Al danno si aggiungerebbe la beffa. Per questo chiediamo al Governo e al Parlamento di effettuare un profondo ripensamento sulla materia e di cancellare quelle misure che vanno nella direzione sbagliata, ponendo concretamente mano ad una politica di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Come Comunisti Italiani partecipiamo al profondo dolore dei familiari per l’ingiusta e tragica scomparsa del giovane operaio Matteo Armellini e chiediamo che si faccia piena luce sulle cause del crollo del palco, individuando e colpendo in modo esemplare i responsabili di questa tragedia che colpisce tutti coloro che hanno a cuore la vita delle persone e i diritti e la dignità dei lavoratori.



Reggio Calabria, 6.3.2012



IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI

MICHELANGELO TRIPODI

Diliberto a Vibo Valentia – la crisi economica vista dai comunisti

“Il Popolo della Crisi”, questo il tema dell’evento organizzato dalla Federazione Provinciale dei Comunisti Italiani. All’iniziativa sarà presente anche il segretario nazionale del PdCI, ex ministro della giustizia nel governo Prodi di fine anni 90, Oliviero Diliberto, che discuterà con i cittadini vibonesi sul tema della crisi che sta investendo il mondo in questo periodo, affrontando la questione dal punto di vista dei comunisti. Parteciperà inoltre,  il segretario regionale Michelangelo Tripodi, responsabile nazionale del mezzogiorno che con grande impegno e passione, vuole riportare la questione meridionale al centro del dibattito politico.      
Fedele alla linea seguita fino ad oggi dal Partito dei Comunisti Italiani di Vibo Valentia, e seguendo il filone delle varie iniziative organizzate fino ad oggi dagli stessi, tra le quali molto successo hanno riscosso gli incontri all’aperto “Cominciamo da noi…”, il dibattito sarà come al solito aperto agli interventi dei cittadini. Molti sono infatti gli operai i disoccupati e i precari invitati a partecipare, tra questi alcuni si sono offerti di interloquire ed esporre la loro esperienza di vita per offrire spunti alla discussione.              
Durante l’incontro verrà inoltre presentato il libro "Ricostruire il partito comunista" scritto proprio da Diliberto assieme a Vladimiro  Giacchè, economista marxista e Fausto Sorini, resp. esteri del PdCI.
Si tratta di appunti per una discussione sull'importanza di un unico partito comunista e al di là del titolo, offre una disamina proprio sulla crisi economica in atto.     
Una giornata ricca di argomenti su cui dibattere, un momento di vera riflessione sul brutto periodo che sta attraversano l’intero pianeta.
Appuntamento sabato 10 marzo al Sistema Bibliotecario Vibonese, che ha sede nello storico palazzo Santa Chiara di Vibo Valentia, alle ore 16.00. Si inizierà con un saluto del segretario provinciale di Vibo Valentia Filippo Benedetti, seguirà Michelangelo Tripodi che cederà la parola a Carmelo Russo, operaio disoccupato e El Afia Marwa, studentessa, dopodiché il dibattito sarà aperto al pubblico. Chiuderanno la serata Gilberto Floriani, che farà una breve introduzione al libro “Ricostruire il Partito Comunista” e concluderà infine il segretario Nazionale del PdCI Oliviero Diliberto.