venerdì 8 giugno 2012

Sull’IMU e sull’iniziativa pubblica tenuta sabato 19 maggio

Il momento di crisi internazionale ha posto il nostro paese sotto i riflettori dei paesi capitalisti del mondo, e sotto la lente d’ingrandimento degli enti europei ed extraeuropei che tengono sott’occhio giorno dopo giorno il nostro debito pubblico. Il nostro paese ha un forte debito verso gli investitori stranieri attraverso titoli di stato ma anche e sopratturro in debito con i cittadini italiani, siano essi imprese, liberi professionisti o cittadini privati che si vedono ritardare i pagamenti arretrati dello stato e degli enti locali. Ma quando lo stato impone una tassa è impossibile fermarlo, in modo freddo e ghigliottinesco non guarda in faccia nessuno, sia esso un disoccupato con il mutuo sulle spalle o un pensionato o un precario;quando lo stato impone un accisa, la vuole subito e tutta, senza rinvii di scadenza senza proroghe e quando si ritarda sui pagamenti arriva equitalia a svilire il lavoro di una vita con le sue cartelle esattoriali, questo aspetto è una faccia del pazzo sistema capitalistico contemporaneo che chiede credito per avere credito.

Il governo centrale, come detto, continua ad aggiungere balzelli fiscali ai cittadini, ultimo è l’IMU, la vecchia ici, della quale si conosce ancora poco, non si sa se aggiorneranno e quando le rendite catastali, se il valore verrà calcolato sui vani o sui mq, sull’IMU vi è un grosso punto interrogativo. Di diverso aspetto è però l’atteggiamento di alcune amministrazioni comunali, che questo balzello non lo vogliono applicare sulle spalle dei cittadini, è il caso del comune di Polistena, amministrato dalla giunta guidata da Michele Tripodi, comunista ed esponente di spicco del Partito dei Comunisti Italiani. Questo coraggioso sindaco ha deciso, assieme alla sua giunta, di porre l’aliquota minima, lo 0,2 %, sulla prima casa cosi da far risultare per il 90% dei cittadini del suo comune l’IMU sulla prima casa uguale a 0, tradotto: i comunisti dove amministrano non fanno pagare nuove tasse ai ceti più deboli. Questa si chiama giustizia sociale, si chiama difesa dei più deboli, i comunisti lo fanno, ed a Vibo Valentia, “comu s’IMU cumbinati”? Ce lo hanno spiegato i nostri amministratori, Pino Scianò ( assessore al bilancio del comune di Vibo Valentia) ed il suo collega Nicola Manfrida (assessore ai tributi del comune di Vibo Valentia) nella giornata di sabato 19 maggio che alla presenza del Sindaco di Polistena Michele Tripodi, dell’ex sindaco del comune di Vibo Valentia Franco Sammarco, del consigliere comunale di Filadelfia Walter Caglioti, hanno ribadito, i due assessori vibonesi, che il nostro comune ha un buco di circa 4 milioni di euro dovuto a errori di valutazione negli anni addietro, puntando velatamente il dito verso i collaboratori della giunta Sammarco, ed altri errori fatti comunque nel passato, ci viene da dire: ma la colpa è sempre degli altri? Scianò va elogiato quando ammise di aver sbagliato recentemente su 500 mila euro di entrate in meno dal settore degli oneri di urbanizzazione, ma la chiarezza sul buco non è stata fatta; il punto è stato comunque centrato dal Sindaco di Polistena Michele Tripodi, che ha chiesto, cosi come lo ha chiesto la piazza, ai due amministratori di fare uno sforzo e di porre l’aliquota al minimo, cosi da non riversare sulle spalle dei cittadini il debito provocato non dai cittadini stessi, ma da una classe politica che è stata poco attenta ai bilanci. Il morale della favola è che il balzello, secondo il nostro punto di vista, dell’Imu sarà applicata con una aliquota superiore o uguale allo 0,5%, questo significa una spesa media di 80-90 euro per una abitazione di medie dimensioni che andranno a pagare i cittadini di prime case. Ancora una volta chi paga è il popolo, il comune deve far cassa, è il modo migliore in questo momento di grave disagio dove aumentano, spazzatura, benzina, generi alimentari, affitti, ed ogni altro tipo di bene primario ( è aumentato anche il numero degli assessori nel nostro comune, ma a cosa servono 11 assessori?), i nostri amministratori hanno il coraggio di chiedere un altro sforzo e sacrificio ai nostri concittadini. Noi continuiamo a chiedere come abbiamo fatto sabato 19 che il comune si sforzi a porre l’aliquota minima sui proprietari di prime case, affinché almeno per questa volta a pagare non siano i più deboli.

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